martedì 25 gennaio 2022

Anno nuovo....

Ho trovato, più o meno a caso, un post interessante che condivido. E' piuttosto lungo contrariamente alla maggioranza di quanto propongo ma mi sembra sia di particolare interesse. 
Le sottolineature e le evidenziazioni sono mie.
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La fine dell’ansia

Giorgio Guglielmino racconta la propria Storia per «Io senza Dio».


E così, tre anni fa, all’alba dei miei 45 anni, mi sono trovato senza Dio.

Erano ormai parecchi anni che mi domandavo sempre più di frequente se i classici modi di dire come «Mistero della fede» oppure «Siamo troppo piccoli per capire il disegno di Dio» oppure «Non peccare e andrai in paradiso» avessero veramente senso oppure fossero solo frasi fatte per nascondere il fatto che Dio non esiste e ci devi credere per forza anche se non ha senso farlo.

Perciò sì, all’alba dei miei 45 anni, ero diventato ateo.

Da lì in poi ho scoperto che in realtà non sapevo molto della mia religione cattolica. La Bibbia non l’avevo mai letta. Ero rimasto fermo alle nozioni apprese dalle ore di religione a scuola, dal continuo bombardamento di dottrina cattolica fatto dalle televisioni italiane, dalle ore spese a catechismo quando ero un bambino, dal consenso generale secondo il quale devi essere un buon cristiano.

Così ho iniziato a informarmi e – incredibile ma vero – ho iniziato a leggere la Bibbia. Inoltre sono andato a cercare gli studi fatti dagli storici sulla sua veridicità e la sua storicità e sull’esistenza o meno dei personaggi descritti in essa. Così sono arrivato alla conclusione che la Bibbia è una grandiosa raccolta di cazzate, e oggi mi sento un po’ imbarazzato per averci creduto per così tanti anni. Mi sono anche accorto che in realtà i miei professori di religione e di catechismo non mi avevano mai consigliato di leggere quel libro di fantasie: si erano limitati a scegliere i brani che volevano che noi leggessimo e imparassimo, per poi arrivare a interpretazioni ancora più fantasiose che avevano veramente poco a che fare con le stronzate scritte nel libro.

Un altro cambiamento di cui mi sto rendendo conto, da quando sono diventato ateo, è che in generale sono molto meno ansioso.

Quando ero credente avevo molta paura di pormi domande esistenziali, come per esempio «Che cosa succede dopo la morte?». Beh, mi avevano sempre detto che solo il corpo muore e che la nostra anima andrà in paradiso, dove ci attende una vita gloriosa, sempre illuminata da Dio. L’unica condizione per arrivare a quella stupenda vita eterna consisteva nel fare i bravi e seguire ciecamente le regole del Signore. Nonostante ciò, avevo una paura enorme della morte. Quando ci pensavo stavo proprio male. Da una parte cercavo di consolarmi dicendomi che sarei stato salvato: ok sì, dai, non ero proprio un buon cristiano, ma non avevo mai ucciso, non avevo mai rubato, perciò sarei andato in paradiso, no? Dall’altra parte vedevo la morte come un’esperienza terrificante: il nostro corpo cessa di funzionare e tutti i nostri pensieri, sentimenti, sensazioni, morali, preferenze muoiono con il nostro cervello. Siamo sepolti sotto due metri di terra, poi il buio totale. Fine. L’idea di finire sotto terra mi terrorizzava. Ero spaventatissimo. E molto, molto ansioso.

Oggi ho cambiato il mio modo di pensare e di pormi in relazione all’idea della morte e alle altre questioni esistenziali. Non ho più paura. Non ho più ansia per il fatto che un giorno cesserò di esistere. Ho iniziato ad accettare l’idea che il mio corpo tornerà alla Natura. Dopo averne usufruito per tutta la mia vita mangiando animali e piante, mi sembra giusto ed equo tornare a essere parte di essa. Ho accettato che il mio cervello cesserà di esistere nel momento della mia morte. Non farà più nessuna differenza che cosa accadrà al mio corpo dopo quel momento.

Non so se il fatto di essere meno ansioso, da quando sono diventato ateo, è solo una coincidenza o no. Però il fatto che, nel momento della mia morte, non dovrò rispondere a un guardone narcisista criminale invisibile mi fa sentire molto più tranquillo. L’idea che, durante la mia vita quotidiana, non c’è un essere perverso che mi giudica quando mi faccio una pippa mi fa vivere meglio. L’idea che non sono un peccatore solo perché sono nato, visto che il peccato originale è solo una tremenda porcata inventata dalla Chiesa per farmi sentire in colpa per il resto della mia vita, mi fa vivere molto più rilassato.

Giorgio Guglielmino

https://www.leternoassente.com/?page_id=4875
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Aldilà di alcuni termini "pesanti" che non mi appartengono, mi pare che ci siano alcune affermazioni che meritano qualche riflessione. Di fondo rimane uno degli eterni quesiti: religione come risposta alla paura della morte "fine di tutto"?

3 commenti:

Rodolfo. ha detto...

La religione usa un'arma molto potente per asservire gli altri al proprio potere terreno, la paura della morte. Ci promette una esistenza eterna felice in compagnia dei nostri cari estinti, dei nostri amici che abbiamo perso e perottenere questo ci indica come comportarci in vita. Tuttavia le indicazioni da seguire, sono tratte da testi codidetti "Sacri", che non si sa bene che origine abbiano avuto, da chi sono stati redatti, che non possono esseri verificati con una metodologia storica obiettiva o scientifica. Oggi didponiamo di traduzioni di traduzioni e il primo Vangelo di Marco e stato scritto decine di anni dopo gli eventi descritti, da testimonianze verbali dei discendenti dei testimoni che avevano raccontato a loro verbalmente cio'che avevano visto con i propri occhi. Nessun storico serio e professionale, si baserebbe su testimonianze verbali. Il vecchio testamento, presenta poi molte incongruenze che non hanno niente a che fare con la logica, come ad esempio le tavole dei dieci comanandamenti, che poi erano più di seicento prescrizioni. A parte il fatto che risulta strano come Mosè abbia potuto trasportare una simile quantità di pietre,dire che poi sono amdate distrutte e Dio ne ha fornito un'altra copia, sa tanto di invenzione. Oggi nessuno sa dove queste tavole siano finite, disponiamo si sritti scolpiti nelle pietre dai Sumeri e dagli Egizi, come ad esempio la Stele di Rosetta e non c'è traccia dei "Dieci comandamenti"La Chiesa, storicamente ne ha combinate di tutti i colori, in aperta opposizione con quello che predicava. Una mia vecchia zia suora, madre superiora a cui volevo bene come a mia mamma, mi diceva sempre:
"Se farai come ti dice il prete, andrai in paradiso, se farai come fa lui non ci andrai ne tu ne lui"
Io non mi definisco ateo pur non credemdo in essuna religione, ma preferisco defirmi ricercatore di verità oggettive. Azione che perseguo con il metodo scientifico Galileiano e in tutti i campi, leggendo testi di filosofia, scientifici e sull'origine dell'uomo.
Sono sempre pronto a cambiare opinione, se dovessero emergere nuove evidenze storiche o scientifiche obbiettive e incontestabili. So di non sapere, ma da quando non credo, ho acquisito una pace interiore che prima non avevo e vedo la vita da un'altra angolazione.

Rodolfo. ha detto...

Per quanti riguarda la paura della morte, vorrei citare una frase attribuita al filosofo Epicuro:
"Quando ci siamo noi, non c'è la morte, quando c'è la morte non ci siamo noi"

Geno ha detto...

Rodolfo ritorna con i suoi commenti basati SOLO su "evidenze storiche o scientifiche obiettive e incontestabili". A parte che le evidenze storiche possono (e lo sono state) modificate anche in maniera radicale nel corso degli anni c'è il fattore della loro interpretazione: storici professionisti e accademici di riconosciuto spessore partendo da convinzioni ideologiche diverse sono giunti ad interpretazioni dei fatti opposte!

Poi è mia opinione che il mistero che circonda tutta l'esperienza religiosa sia fondamentale. Riconosco che non tutti la sentono in ugual modo ma credo che anche chi non sente il richiamo della Fede debba rispettare chi invece lo sente.

Riguardo alla chiosa di Epicuro: è vero quanto scrive ma bisogna tener conto che quando si vive è inevitabile pensare alla morte....