venerdì 19 febbraio 2021

Monoteismi e politeismi

 Monoteismi e politeismi

I romani non erano in guerra con Cartagine per imporre i propri dèi. Il popolo del Grande Spirito e i seguaci del woodoo sono rimasti nei loro confini. Solo cristiani e musulmani hanno scatenato conquiste in nome del loro dio.

Le grandi minacce transcontinentali vengano sempre da religioni monoteiste. Greci e Romani non volevano conquistare la Persia o Cartagine per imporre i propri dèi. Avevano preoccupazioni territoriali ed economiche ma, dal punto di vista religioso, non appena incontravano nuovi dèi di popoli esotici, li accoglievano nel loro pantheon. Sei Hermes? Bene, io ti chiamo Mercurio e diventi dei nostri. I fenici veneravano Astarte? Bene, gli Egizi la traducevano come Iside e per i greci diventava Afrodite o Venere. Nessuno ha invaso un territorio per sradicare il culto di Astarte.

I primi cristiani sono stati martirizzati non perché riconoscevano il dio di Israele (fatti loro), ma perché negavano legittimità agli altri dèi. 

Nessun politeismo ha mai fomentato una guerra di grandi dimensioni per imporre i propri dèi. Non è che i popoli politeisti non abbiano fatto guerre, ma erano conflitti tribali in cui la religione non ci entrava. I barbari del nord hanno invaso l’Europa, e i mongoli le terre islamiche, ma non per imporre i loro dèi, tanto è vero che si sono rapidamente convertiti alle religioni locali. Caso mai è curioso che i barbari del nord, divenuti cristiani e avendo costituito un impero cristiano, si siano poi dati da fare con le crociate per imporre il loro dio su quello degli islamici, anche se in fin dei conti, monoteismo per monoteismo, si trattava dello stesso dio.

I due monoteismi che hanno scatenato invasioni per imporre un unico dio sono stati quello islamico e quello cristiano (e annovererei tra le guerre di conquista il colonialismo, che - interessi economici a parte - ha sempre giustificato le sue conquiste con il progetto virtuoso di cristianizzare le popolazioni conquistate, a cominciare dagli Aztechi e dagli Incas, sino alla nostra “civilizzazione” dell’Etiopia (dimenticando che anche loro erano cristiani).

Caso mai un caso curioso è stato quello del monoteismo ebraico, che per sua natura non ha mai praticato alcun proselitismo, e le guerre di cui parla la Bibbia erano intese ad assicurare un territorio al popolo eletto, non a convertire altre popolazioni al giudaismo. Ma anche il popolo ebraico non ha mai incorporato altri culti e credenze.

Con tutto questo non intendo dire che sia più civile credere nel Grande Spirito della Prateria o nelle divinità Yoruba che nella Santissima Trinità o nell’unico dio di cui Maometto sarebbe il profeta. Dico solo che nessuno ha mai tentato di conquistare il mondo nel nome del Grande Spirito o di una delle entità che si sono poi trasferite nel Candomblè brasiliano - né il baron Samedi del Woodoo ha mai cercato di spingere i suoi fedeli oltre i loro ristretti confini caraibici.

Si potrebbe dire che solo un credo monoteistico consente la formazione di grandi entità territoriali che poi tendono a espandersi. Ma il subcontinente indiano non ha mai cercato di esportare le proprie divinità, e l’impero cinese è stata una grande entità territoriale, senza la credenza in una sola entità creatrice del mondo, e (sino a oggi) non ha mai tentato di estendersi anche in Europa o in America. Caso mai la Cina lo fa ora, ma con mezzi economici e senza impegno religioso, disposta a comprare industrie e azioni in Occidente, ma che la gente continui a credere in Gesù, in Allah o in Iahve non gli fa né caldo né freddo.

Forse un equivalente dei monoteismi classici sono state le grandi ideologie laiche, come il nazismo (però di ispirazione pagana) e il marxismo ateo sovietico. Ma senza un Dio degli Eserciti pronto a magnetizzare i loro seguaci, la loro guerra di conquista si è fermata.  

Umberto Eco, La bustina di minerva, 03 ottobre 2014

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Un post "anomalo", lungo e piuttosto complesso. Non sono in grado di confermare in modo certo quanto aveva scritto Eco ma, di certo, il suo prestigio e il "senso comune" lo rende estremamente plausibile.