giovedì 28 marzo 2024

Atti degli apostoli

 ATTI DEGLI APOSTOLI: (5,1-11)

Un uomo di nome Anania, con Saffira sua moglie, vendette una proprietà, e tenne per sé parte del prezzo, essendone consapevole anche la moglie; e, un'altra parte, la consegnò, deponendola ai piedi degli apostoli.

Ma Pietro disse: «Anania, perché Satana ha così riempito il tuo cuore da farti mentire allo Spirito Santo e trattenere parte del prezzo del podere? Se questo non si vendeva, non restava tuo? E una volta venduto, il ricavato non era a tua disposizione? Perché ti sei messo in cuore questa cosa? Tu non hai mentito agli uomini ma a Dio».

Anania, udendo queste parole, cadde e spirò. E un gran timore prese tutti quelli che udirono queste cose. I giovani, alzatisi, ne avvolsero il corpo e, portatolo fuori, lo seppellirono.

Circa tre ore dopo, sua moglie, non sapendo ciò che era accaduto, entrò.

E Pietro, rivolgendosi a lei: «Dimmi», le disse, «avete venduto il podere per tanto?». Ed ella rispose: «Sì, per tanto».

Allora Pietro le disse: «Perché vi siete accordati a tentare lo Spirito del Signore? Ecco, i piedi di quelli che hanno seppellito tuo marito sono alla porta e porteranno via anche te».

Ed ella in quell'istante cadde ai suoi piedi e spirò. I giovani, entrati, la trovarono morta; e, portatala via, la seppellirono accanto a suo marito.

Allora un gran timore venne su tutta la chiesa e su tutti quelli che udivano queste cose.

https://religione.societa.narkive.it/Jtb9g397/ma-veramente-il-dio-del-nuovo-testamento-e-un-dio-di-amore

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Per coloro che asseriscono che il Nuovo Testamento è diverso dal Vecchio che è pieno di orrori....

La sofferenza

 Nella sofferenza si nasconde una particolare forza che avvicina interiormente l’uomo a Cristo, una particolare grazia. Frutto di una tale conversione non è solo il fatto che l’uomo scopre il senso salvifico della sofferenza, ma soprattutto che nella sofferenza diventa un uomo completamente nuovo.

Papa Wojtyla, Giovanni Paolo II, Salvifici doloris, 26, 1984

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Una sola parola: aberrante....

domenica 10 marzo 2024

La pena di morte

 La legge dell’Antico Testamento comandava la pena di morte per vari atti: 

- l’omicidio (Esodo 21:12), 

- il rapimento (Esodo 21:16), 

- la bestialità (Esodo 22:19), 

- l’adulterio (Levitico 20:10), 

- l’omosessualità (Levitico 20:13), 

- essere un falso profeta (Deuteronomio 13:5), 

- la prostituzione, lo stupro (Deuteronomio 22:4) e parecchi altri crimini. 

In definitiva, ogni singolo peccato che commettiamo dovrebbe avere come conseguenza la pena di morte (Romani 6:23). 

Quando i farisei condussero a Gesù una donna che era stata colta in adulterio e Gli chiesero se ella dovesse essere lapidata, Gesù rispose: "Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei" (Giovanni 8:7). Questo non dovrebbe essere usato per indicare che Gesù avrebbe rifiutato la pena capitale in tutti i casi. Gesù stava semplicemente smascherando l’ipocrisia dei farisei, i quali volevano raggirare Gesù per accusarLo di infrangere la Legge veterotestamentaria... Ma essi non si curavano davvero che la donna venisse lapidata (dov’era l’uomo colto in adulterio?). 

Era stato Dio a istituire la pena capitale: “Il sangue di chiunque spargerà il sangue dell’uomo sarà sparso dall’uomo, perché Dio ha fatto l’uomo a sua immagine” (Genesi 9:6). 

 L’apostolo Paolo riconobbe certamente il potere del governo di istituire la pena capitale laddove sia appropriato (Romani 13:1-5).

Quale dovrebbe essere, quindi, la posizione di un cristiano rispetto alla pena di morte? 

Primo, dobbiamo ricordarci che Dio ha istituito la pena capitale nella Sua Parola; pertanto, sarebbe presuntuoso da parte nostra pensare di poter stabilire un criterio superiore al Suo o di essere più buoni di Lui. Dio ha il criterio superiore a qualunque altro essere perché è perfetto.

Pertanto, Egli ama e ha misericordia a un livello infinito. Però vediamo anche che la Sua ira è di grado infinito, ma che tutto è mantenuto in perfetto equilibrio.

Secondo, dobbiamo riconoscere che Dio ha dato al governo l’autorità di stabilire quando applicare la pena capitale (Genesi 9:6; Romani 13:1-7). 

È antiscritturale affermare che Dio si opponga alla pena di morte in tutti i casi. I cristiani non dovrebbero gioire mai quando viene applicata la pena di morte, ma, allo stesso tempo, non dovrebbero combattere contro il diritto del governo di giustiziare coloro che perpetrano i crimini più nefandi.

https://www.gotquestions.org/Italiano/pena-di-morte.html

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Bah, nella Bibbia ognuno trova quello che cerca: le peggiori nefandezze e le più celestiali "rivelazioni".

Ma il bello (?!?!) è che quando si fanno notare ad un cattolico "credente" queste evidenti contraddizioni la risposta è SEMPRE: la frase x è da interpretare, quella y (dal significato opposto alla x) va applicato alla lettera! 

No comment...