sabato 26 febbraio 2022

Guerra

 Consiglio vivamente a tutti la lettura di questo articolo, non lunghissimo e molto interessante di Marcello Flores (storico e docente universitario) sul tema dell'attacco russo all'Ucraina.

Condivido totalmente il pensiero di Flores che parla esplicitamente di un nuovo ordine globale. A mio avviso Cina e Russia, paesi governati da dittature se pur con diversi gradi di ferocia, porteranno il mondo ad una catastrofe se l'occidente non troverà il modo di contrastarli!

Come? Non saprei. Di certo le sole sanzioni avranno effetto zero o quasi.

venerdì 25 febbraio 2022

Condannati ad esistere

 Ciascuno di noi può provare terrore nell'immaginarsi "Condannato ad esistere" in eterno, senza potersi sottrarre a tale condizione. (Sull'inquietante tematica di un'eternità concepita come perenne ritorno dell'uguale ricordo, ad esempio, il romanzo "L'invenzione di Morel" di A. Bioy Casares). 

Noi pensiamo all'eternità come a una successione di attimi, poiché viviamo nella materia e, quindi, concepiamo il tempo, necessariamente, nell'unico modo in cui lo sperimentiamo, nella dimensione materiale. E non potrebbe essere altrimenti. 

Benedetto XVI afferma di attendere la morte "con animo lieto": lo invidio. La mia fede, pur presente, non mi dà una tale pacatezza. 

La fede, comunque, significa abbandono. 

Per me significa riconoscermi come creatura. Nel momento in cui la mia mente accetta questa consapevolezza, realizza, nel contempo, di non sapere, di non poter concepire più di quanto la sua attuale dimensione materiale le consenta. Solo così mi risulta accettabile, e poi anche desiderabile, l'idea di una forma di esistenza in cui la mia percezione del tempo dovrà necessariamente modificarsi, in modo che la gioia possa non avere limiti, poiché "le cose di prima saranno passate" (Ap. 21), e i giusti potranno vedere Dio "faccia a faccia". 

Se realmente acconsento alla possibilità di riconoscermi come creatura di Dio, credo, allora, in un'eternità di perdono, di amore, quella che Dio ha pensato come la nostra realizzazione, e che non riusciamo ad immaginare, qui dove siamo. 

Elisabetta Simoni

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Ho dovuto rileggerlo tre volte per "capirlo" anche se, in realtà, ho capito ben poco e parafrasando un vecchio detto: "Non ho nemmeno capito dove non ho capito!!"

La porta oscura

 "Dove ci porta quella porta oscura? Nessuno può saperlo. E' questo il dramma dell'esistenza."

Ma come fa a porre questa domanda? Quella porta non porta da nessuna parte, è l'evidenza stessa. Ci dissolviamo, "Ridiamo alla natura gli atomi di cui siamo composto” (Schiller: "Ich gebe der Erde die Atome wieder, dice Wallenstein morente).

L'idea di cadere nel nulla, cioè di dissolverci e scomparire per sempre può non piacerci, ma dobbiamo farcene una ragione. Del fantomatico Dio di cui hanno strologato teologi e filosofi non sa niente nessuno, anche se si affannano a dimostrarne l'esistenza e l'essenza. L'universo è retto dalle leggi della fisica. Tutto evolve secondo queste leggi, di più non sappiamo

A meno che non sia tutto, assolutamente tutto eterno, come diceva quel tale Severino. Ma è difficile crederci, una prova, quel che si dice una prova, non c'è. 

E allora? Dobbiamo disperare e spararci? Manco per sogno, l'umana avventura continua. Colonizzeremo Marte e altri sistemi stellari eccetera eccetera. Poi ci sono la musica, l'arte, la poesia, gli affetti - che rendono questa vita almeno tollerabile. Certo a volte la vita è terribile e si può anche dire: non fossi mai nato. E alcuni, ma non molti, scendono anzitempo, i più resistono.

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No comment.......................