giovedì 6 giugno 2024

L'anima

 Propongo una serie di contributi relativi alla definizione di anima che suscita sempre (almeno secondo la mia personale esperienza) dibattici accesi.

E' un compendio piuttosto articolato di un concetto visto da diversi punti di vista, certamente non è esaustivo ma, penso, interessante. Come sempre (o quasi) sono indicate le fonti.

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L'anima è la forma del corpo, il principio vitale dell'uomo. 

Lo spirito, invece, è la parte più nobile dell'anima, la sua capacità di elevarsi al di sopra del finito e spingersi fino a Dio. Lo spirito fa sì che l'anima si protenda verso le realtà spirituali.

https://www.donboscoland.it/it/page/c-e-qualche-differenza-tra-anima-e-spirito#:~:text=L'anima%20%C3%A8%20la%20forma,protenda%20verso%20le%20realt%C3%A0%20spirituali.

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Si deve parlare di mente per le funzioni che sono legate al cervello, mentre l'anima è materia per i filosofi e i religiosi: la mente è qualcosa di umano, l'anima è qualcosa di teologico.

https://www.raicultura.it/filosofia/articoli/2021/07/Vittorino-Andreoli-Cervello-mente-e-anima--af818f52-75c3-43d1-aea2-efca7131c2f0.html#:~:text=Tra%20scienza%2C%20filosofia%20e%20religione&text=Si%20deve%20parlare%20di%20mente,anima%20%C3%A8%20qualcosa%20di%20teologico.

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Anima

Nell’accezione più generica, come del resto nella coscienza comune, è il principio vitale dell’uomo (dal lat. anima, affine, come animus, dal gr. ἄνεμος «soffio, vento»), di cui costituisce la parte immateriale, che è origine e centro del pensiero, del sentimento, della volontà, della coscienza morale.

Nell’Antico Testamento i termini più frequentemente usati (oltre nĕshāmāh, «soffio») alludono anch’essi alla respirazione. La «carne» (bāśār) è animata dalla nefesh, che è il respiro (reso in greco con ψυχή e quindi a.), ma che significa piuttosto la vita, tanto da essere usato in luogo di pronome personale o riflessivo. Ruaḥ, reso in greco con πνεῦμα e quindi con «spirito», indica anch’esso l’alito vitale, comunicato agli uomini da Dio; sotto l’influsso della cultura greca, nei libri dei Maccabei e della Sapienza, πνεῦμα diventa lo spirito divino e ψυχή l’elemento superiore nell’uomo, che nella Sapienza è detto immortale. Anteriormente al libro della Sapienza non si trova nell’Antico Testamento una dottrina dell’immortalità dell’a.: i testi parlano solo di un’esistenza umbratile condotta dai molti nella sotterranea shĕ’ŏl; si tratta dunque soltanto di una certa sopravvivenza dell’uomo, senza alcuna idea di premi o castighi.

Anche nel Nuovo Testamento manca un’esposizione dottrinale circa l’a., e la terminologia greca riproduce, in sostanza, quella dell’Antico Testamento; ma πνεῦμα, là dove non designa lo spirito divino, indica le attività propriamente spirituali. Poiché s. Paolo usa, per designare le facoltà intellettuali, anche il termine νοῦς («mente»), talvolta contrapposto e talvolta unito a πνεῦμα, sorge il problema se almeno egli, tra gli scrittori del Nuovo Testamento, abbia accolto, e con piena informazione, la tricotomia platonica di «mente» (νοῦς), «anima» (ψυχή) e «carne», limitandosi a sostituire il primo elemento con lo «spirito» (πνεῦμα), come fecero alcuni pensatori cristiani. Ma, nel complesso, anche nel Nuovo Testamento è difficile enucleare una dottrina dell’a. e della sua immortalità, mentre in primo piano si pone il problema della sopravvivenza dell’uomo in una prospettiva escatologica in cui la salvezza collettiva ha la priorità rispetto all’immortalità dell’a. individuale e ai suoi immediati destini dopo la morte.

L’elaborazione del concetto dell’anima come ‘soffio’ vitale è contemporanea allo svolgersi della riflessione filosofica greca.

https://www.treccani.it/enciclopedia/anima_(Dizionario-di-filosofia)/

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Religioni e anima.

Ebraismo: la Bibbia ebraica non ha una definizione sistematica dell'anima, anche se nella letteratura rabbinica classica, è possibile trovare diverse descrizioni dell'anima dell'uomo. Nella bibbia ebraica vi sono tuttavia più termini che, nelle elaborazioni successive delle varie religioni, sono stati collegati al concetto di anima.

Cristianesimo: nel Nuovo Testamento non esiste una definizione univoca di anima, sebbene esistano dei riferimenti a una sopravvivenza dell'anima dopo la morte.

Teologia cattolica: la Chiesa cattolica non ha una definizione filosofica esplicita dell'anima, sebbene abbia respinto diverse dottrine come quelle gnostiche che sostenevano che l'anima individuale fosse increata perché della stessa sostanza divina, o la teoria della metempsicosi legata alla reincarnazione, o ancora altre ipotesi nelle quali l'anima (intesa come anima razionale e spirito) non fosse considerata individuale e immortale. Secondo la teologia cattolica l'anima è personale, libera di scegliere il bene e il male, immortale, soggetta a una sola vita terrena senza possibilità di reincarnazione dopo la morte, presente da sempre nella mente di Dio come idea-progetto di amore per il singolo e per il bene di ogni vivente, ma che non preesiste al corpo ed inizia a "vivere" col nascituro. 

Islam: nella religione islamica si ritiene che l'infusione dell'anima avvenga al termine del quarto mese di gestazione. Più nello specifico, la tradizione averroistica identifica le seguenti fasi: presenza o unione del liquido seminale nell'utero materno (Nutfa, primi 40 giorni di gestazione), comparsa di un grumo o coagulo si sangue (Alaqa, da 40 a 80 giorni), formazione di una massa carnea (Mudgha, da 80 a 120 gg, corrispondente allo stadio dell'embrione), integrazione dell'anima e possesso di una componente fetale spirituale (Khalqan Akhar, oltre i 120 gg).

https://it.wikipedia.org/wiki/Anima

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Come si vede, sebbene nella nostra cultura (e anche in altre) la parola "anima" sia molto usata non c'è affatto una chiara definizione di cosa sia. A mio avviso la migliore è quella di Vittorio Andreoli: l'anima è materia teologica.


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