mercoledì 2 maggio 2012

Le parole


Le parole. Le usiamo spesso in maniera veramente superficiale tranne "i professionisti" che le utilizzano talvolta, però, per motivi diversi dal semplice "comunicare informazioni". Volete qualche semplice esempio?
Eccone alcune che sono usate in modo estremamente "ambiguo" (facendo leva sul "social engineering" e cioè come dice Wikipedia: <<Nel campo delle informazioni per ingegneria sociale -social engineering- si intende lo studio del comportamento individuale di una persona al fine di trarne un utile.>>):
- gli autosaloni sono diventati "showroom";
- i profumi sono "fragranze";
- il cieco diventa "non vedente";
- gli inceneritori si chiamano "termovalorizzatori";
- lo spazzino è diventato "operatore ecologico";
- si "lanciano allarmi e/o appelli" quando una volta, pensateci, si diceva semplicemente "dire" o "fare".


L'elenco potrebbe continuare a lungo ma, ancora una volta, quello che conta è "riflettere" sul significato delle parole!

2 commenti:

Rodolfo. ha detto...

Cambiare le parole non cambia la sostanza. Trovare nuovi modi di definire le cose mi sembra un esercizio totalmente inutile e fine a se stesso. I nostri vecchi scherzavano dicendo"Torta di mais e pesce veloce del baltico"in pratica polenta e merluzzo.

Nome: gg ha detto...

- Cambiare le parole non cambia la sostanza. Trovare nuovi modi di definire
- le cose mi sembra un esercizio totalmente inutile e fine a se stesso.

In teoria sono pienamente d'accordo. Nella pratica, però, fa moltissima differenza! Sia perché siamo tutti "sensibili" a certe parole e sia perché raramente ci fermiamo a pensare alla sostanza delle cose.
E' un argomento che merita un approfondimento che spero di fare in futuro.

Grazie per lo stimolo!